mercoledì 2 settembre 2009
Retrospettiva: I Salis & Salis
1966 - I Barritas, gruppo popolarissimo in Sardegna, entrati nella storia del Beat italiano per aver inciso per primi la Messa Beat, causa un calo di popolarità (e conseguente calo di serate) si sciolgono.
Antonio "Tonietto" Salis (bassista e cantante) si trasferisce in Lombardia mentre l'altro fratello, Francesco (chitarrista e cantante) si stabilisce a Roma dove suona la chitarra negli Apostoli, gruppo che accompagnava Edoardo Vianello .
1968 - Il 6 Giugno 1968, Tonietto e Francesco Salis, insieme a Mariano Tunerani all'organo Hammond e Mario "Mariolino" Paliano alla batteria formano il gruppo "I Salis'n'Salis" (questo è il nome esatto) ed incidono il loro primo 45 giri per la Belldisc di Antonio Casetta (casa discografica con cui avevano già inciso i Barritas) con due brani: "Maribel" e "Nell'oscurità". La collaborazione con la Belldisc durerà per tre 45 giri sino al 1969. Poco prima dell'incisione del singolo compare sulla scena Lucio Salis (cugino in primo grado dei due fratelli Salis), personaggio "sopra le righe", assolutamente sconosciuto all'epoca nel mondo musicale che si propone come collaboratore del gruppo nelle vesti di paroliere. A settembre lascia il gruppo Mario Paliano, sostituito da Nino Scalas che resterà nel gruppo sino al 1971.
Inizia così l'avventura discografica dei Salis'n'Salis, gruppo dotato di un "sound" particolarissimo per l'epoca, da loro definito: "SantaGiusta Sound" (in onore del loro paese di nascita: Santa Giusta; paese alle porte di Oristano).
1970 - Mariano Tunerani lascia la band per ritornare in Sardegna ed al suo posto entra Piero Paderni proveniente dai "JB Club" (band dove militava anche Mauro Pagani).
I Salis & Salis - Chissà se la luna ha una mamma
Nota: La formazione che ha registrato i brani non è quella citata nel video, bensì:
Tonietto Salis: Voce e Basso
Francesco Salis: Chitarra e Voce
Mariano Tunerani: Organo Hammond
Nino Scalas: Batteria
1971 - I Salis 'n' Salis incidono, per l'etichetta Liberty, il singolo contenente "Chissà se la luna ha una mamma" e "Storia di una cosa" insieme a Mariano Tunerani all'Hammond e Nino Scalas alla batteria. Sempre nello stesso anno i Salis 'n' Salis incidono per la Produttori Associati il primo ed unico album con la denominazione Salis 'n' Salis. Il titolo dell'album è "Sa Vida Ita Est".
Alla fine dell'anno, Nino Scalas lascia il gruppo, sostituito da Paolo Gerardini.
Un gustosissimo aneddoto raccontatomi da un dirigente (all'epoca) della Produttori associati vuole che molte persone della casa discografica ritennero piuttosto strano che dessero un titolo latino all'album.
Per tutti coloro i quali non hanno dimestichezza col Sardo dirò che "Sa vida ita est" va tradotto come "Che cosa è la vita". Dal sardo e non dal latino, ovviamente.
L'album, in realtà, non è stato mai mixato perchè la casa discografica, in realtà, non credeva nelle potenzialità artistiche della band ed aveva stanziato un budget minimo che, esauritosi velocemente portò il produttore a far mixare velocemente il prodotto.
A questo proposito, anche ascoltando gli altri prodotti della Produttori Associati, si nota che i budget per le registrazioni erano alquanto scarsi ed investiti in studi di registrazione abbastanza economici con conseguenti e scarsi risultati sonori. A tale scopo basta andare a riascoltare i primi lavori di De Andrè editi dalla Produttori Associati.
I Salis 'n' Salis - Matrimonio
Proprio a causa di questo tipo di mentalità poco incline a privilegiare gli sviluppi musicali dei suoi artisti e la tendenza a privilegiare il lato "di cassetta" delle produzioni propria della Produttori Associati, iniziano i primi problemi per la band che quasi alla fine di una lunga tournèè susseguente all'album, iniziò a perdere elementi.
Prima abbandonò, senza nessun avviso, il batterista Paolo Gerardini, sostituito prima da Nino Scalas e poi da Mario Paliano e nel febbraio 1972 anche il tastierista Piero Paderni lasciò i Salis & Salis, sostituito da Antonello Salis (oggi affermato jazzista).
Complice anche la scarsa possibilità di uno sviluppo discografico, il gruppo, finita la tournee si sciolse.
Finisce qui la storia dei Salis 'n' Salis. Ciò che avvenne dopo con la carriera solista di Tonietto è un'altra storia che vi racconterò un'altra volta.
I Salis 'n' Salis - Matrimonio
I Salis 'n' Salis - I Musicisti
Antonio "Tonietto" Salis - Voce & Basso
Francesco Salis - Chitarra & Voce
Mario Paliano - Batteria
Nino Scalas - Batteria
Mariano Tunerani - Organo Hammond
Pier Paderni - Organo Hammond
Paolo Gerardini - Batteria
I Salis 'n' Salis - Discografia
1968 - Maribel/Nell'oscurità Belldisc BD 8007
1968 - Manchi solo tu/Piccola bimba Belldisc BD 8015
1969 - Il tuo ritorno/Maribel Belldisc BD 8021
1971 - Chissà se la luna ha una mamma/Storia di una cosa Liberty LIB 9062
1971 - Sa vida ita est (Long Playing) Produttori Associati PA LP37
1971 - Matrimonio/Sorella morte Produttori Associati PA NP3192
1971 - Betty/Auguri Produttori Associati PA NP 3197
1971 - La vida es de esta manera (Sa vida ita est) Car/Venevox CAR-703 (Edizione venezuelana cantata in italiano)
I Salis 'n' Salis - Sa Vida Ita Est - Titletrack
1- La vita
2- La ragazzina del cortile accanto
3- Il nuovo gioco
4- Lavorare (e sognare)
5- La prima volta
6- La naja
7- Superman
8- Auguri
9- Cambia il tuo nome
10- Matrimonio
11- Come allora (com'è strano)
12- Il vecchio
13- Sorella morte
La formazione che ha registrato "Sa vida ita est" era:
Tonietto Salis: Voce e Basso
Francesco Salis: Chitarra e Voce
Piero Paderni: Hammond
Nino Scalas: Batteria
Ho voluto mettere alla fine queste mie righe di commento ed analisi sui Salis & Salis per creare un distacco netto tra la parte storiografica e quella emozionale.
Emozionale perchè, in questo caso parlo di persone che mi coinvolgono emozionalmente e che conosco da sempre. Prima come maestri e, successivamente, come amici con cui ho condiviso emozioni ed idee.
Il primo pensiero va a Francesco Salis, deceduto a maggio del 2007 per attacco cardiaco: un grande musicista ma, soprattutto, un grande uomo.
La vera mente musicale dei Salis 'n' Salis con la sua tecnica esecutiva impeccabile ed il suo gusto sopraffino per gli arrangiamenti e la composizione. Un crossover ante litteram di generi e stili esecutivi tra i più disparati: dal jazz al blues passando per il rock ed il pop con un'amalgama così raffinato da poter parlare di uno stile personalissimo. Basti ascoltare il solo finale sulla song "Matrimonio" per capire che aveva fatto sua la tecnica esecutiva di Wes Montgomery con le note a bicordo oppure dare un'ascolto ai vari soli sparsi nelle canzoni per accorgersi che suonava con una tecnica che definirei attuale; cosa che per l'epoca faceva gridare al miracolo.
Con la Sua Gibson Les Paul DeLuxe, il suo Wha Wha Vox ed il suo amplificatore Vox AC30 tirava fuori sonorità, all'epoca, impensabili con una fluidità di esecuzione ed un tocco che gli hanno, di fatto, decretato il titolo di caposcuola. Ricordo infatti nei concerti dei Salis & Salis, schiere di chitarristi (ed aspiranti tali) a naso in su a carpire ogni movimento della mano sinistra sul manico della chitarra.
Tonietto Salis, più estroverso, non gli è mai stato da meno: cantante con un timbro di voce "da cartavetrata" e particolarissima aveva (ed ha tuttora) il pregio di saper cantare e suonare contemporaneamente il basso (cosa che, converranno i musicisti, non è da poco) con un suo stile personale che, per molti tratti ricorda quello del miglior Paul McCartney.
Fatalmente due musicisti raffinati come i fratelli Salis non potevano che specchiarsi con coloro i quali, all'epoca, rappresentavano la quintessenza della raffinatezza: The Beatles. Infatti, la stragrande maggioranza dei brani del repertorio dei Salis 'n' Salis era, esclusi i brani di loro composizione, rappresentati da canzoni dei Beatles. Tantissimi musicisti e persone nell'ambito musicale ricordano che andavano ad ascoltare i Salis & Salis perchè sembrava loro di ascoltare i Beatles. Oggi potrà sembrare una cosa da poco ma negli anni sessanta erano pochissimi a poter arrivare ad un tale traguardo.
Ho un ricordo personale dell'elaborazione fatta dai Salis & Salis di Something dei Beatles: sembrava che l'avessero scritta loro tanta era la sicurezza e la fluidità nell'esecuzione.
Una band fantastica per l'epoca che, come mi raccontarono alcuni dirigenti discografici dell'epoca, aveva il solo torto di essere sarda. Questo perchè, che piaccia o non piaccia, all'epoca i Sardi erano considerati "meridionali" nel senso dispregiativo del termine e quindi relegati in un angolo, preferendo, il più delle volte, personaggi il cui unico titolo era quello di risiedere o essere nati nel nord Italia.
Nonostante tutto i Salis 'n' Salis hanno inciso per primi quello che poi si sarebbe chiamato "concept album": un album con una serie di canzoni su un unico tema. Non dimentichiamo che negli anni sessanta la punta di diamante della discografia era il 45 giri e il long playing veniva utilizzato per creare una raccolta di singoli, quindi, l'idea di raccontare una storia mediante una dozzina di canzoni era un'idea abbastanza bizzarra per quegli anni.
Basta guardare la produzione di long playing dell'epoca per vedere che si trattava di raccolte, una sorta di "The very best" dell'artista di turno.
Quindi "Sa vida ita est" rappresenta una svolta nel panorama musicale italiano, svolta rappresentata anche dai testi delle canzoni che si discostano anni luce dagli omologhi i rime baciate (o quasi) delle varie cover e (pochi) brani originali prodotti.
Pur non essendo l'album mixato come si deve, si ascoltano delle cose notevoli per l'epoca: un senso notevole dell'arrangiamento pur utilizzando quattro strumenti con un'intarsio di parti eccellente dove ogni frase si poggia su quella successiva con naturalezza.
Volendo fare un raffronto con un altro gruppo dell'epoca di cui ho scritto più sotto: I Quelli, direi che I Salis 'n' Salis avevano una tecnica strumentale non dissimile per bravura con in più la voce di Tonietto che faceva la differenza. Per la proprietà transitiva si potrebbe dire (a costo di rischiare la bestemmia) che, se i Salis & Salis fossero stati meglio supportati discograficamente, probabilmente sarebbero potuti essere (in chiave più pop) quello che oggi è la P.F.M.
Come tutti i prodotti che precorrono i tempi, anche "Sa vida ita est" ha avuto il suo successo postumo. Molto postumo.
Infatti è solo da una decina d'anni che i vari critici musicali si sono trovati concordi nell'affermare che "Sa vida ita est" può essere considerato, per molti aspetti, una pietra miliare nel progressive italiano.
Meglio tardi che mai.
Ma il sound creato all'epoca dai Salis 'n' Salis non ha la paternità dei soli fratelli Salis, è merito anche di un altro musicista: Mariano Tunerani.
Infatti il sound portante delle tastiere ed i riff che hanno reso alcune canzoni dei Salis 'n' Salis indimenticabili sono opera di Mariano che traduceva, filtrandole col suo gusto musicale, le idee musicali di Francesco Salis, il compositore più prolifico del gruppo.
Giorgio Ghiglieri
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Complimenti Giorgio hai centrato il nocciolo della questione...io ero uno di quei chitarristi col naso all'insù quando suonava Francesco :) non per nulla nel repertorio avevamo tutti i pezzi di "Sa vida ita est" i Salis erano quanto di meglio potesse offrire il progressive italiano di quegli anni:semplicemente superlativi!
RispondiEliminaonestamente, devo dire che mi sembra una descrizione troppo ristretta per un momento musicale così importante, in tutti i casi complimenti per il lavoro, ma mancano periodi molto importanti...73 - 76...
RispondiEliminaIl periodo dal 1973 in poi (Album Seduto sull'alba a guardare e lavori successivi), così come ho scritto nel finale dell'articolo è un'altra storia che sto ancora scrivendo. Poi ritengo che, dal punto di vista musicale, quel periodo sia molto differente in quanto si tratta più di lavori quasi "cantautorali" (per quanto di lusso) che di gruppo. In sintesi si tratta più della carriera di Tonietto da solista che dei Salis & Salis.
RispondiEliminaancora complimenti! hai una grandissima sensibilità, secondo me tu sei un musicista, non si spiega diversamente, pochi hanno saputo cogliere quei momenti così profondamente,una precisazione devo esprimerla, il Tunerani è stato un bravo esecutore ma non ha influito minimamente dal lato compositivo, i vulcani "Salis" erano attivi al 100% e i risultati li abbiamo sentiti, e amati!
RispondiEliminaHai raccontato in poche e semplici parole I SALIS, erano per l'epoca una band specialmente in Sardegna che riusciva ad attirare molti ragazzi specialmente per la loro musica " diversa " rispetto a tutti gli altri gruppi che all'epoca suonavano nell'isola.
RispondiEliminaHo avuto la fortuna di trascorrere con Francesco e Tonietto alcune serate in compagnia fuori dal palco e il loro segreto secondo me era che prima che degli artisti erano semplicemente uomini .
grazie per questo lavoro, sai ho 55 anni e io me li ricordo bene anche in tv. facevo il tifo per loro salis end salis....un mito e poi tonietto ne vogliamo parlare,seduto sull'alba.....meritava sicuramente altra fortuna.
RispondiEliminacertamente la vita non ha dato ai salis la ricchezza che loro hanno dato a noi...i ricordi di quei giorni, che ora andiamo a rispolverare per non affogare in questo strano e cattivo mondo.dai sogni alle nuvole grazie....ciao salis
RispondiEliminaper precisione nella formazione dei grandissimi Salis che ha registrato "Sa vida ita est" nel 1971 alla batteria c'era Paolo Gerardini.
RispondiEliminaI salis hanno toccato le corde profonde del cuore (non solo in senso sentimentale) e siamo loro grati del sentirci onorati di essere SARDI.
RispondiEliminagabriele floris
credo veramente che la posizione geografica della sardegna abbia influito in maniera negativa sulla vicenda SALIS& , ma e' sopratutto le vicende personali , di invidia,gelosie,e quant'altro che hanno minato questo gruppo musicale, il tutto da ricercare all'interno dei suoi componenti stesso , amore e odio , ancora oggi parole amicate sotto banco , credo che nessuno mai potrà' cancellare quel periodo di grandissima spiritualità', e umanità' da parte di questi grandissimi della musica sarda . grazie per quello che stai pubblicando decisamente interessante " sempre se riscontrabile" ciao.
RispondiEliminaSALIS'n SALIS 1970-1972 è stata un'avventura meravigliosa e straordinaria con l'opportunità unica di creare e condividere sogni e idee con i fratelli Salis.Per me restano un gruppo unico, indimenticabile,artistiti puri, fuori da schemi (anche se si vuol far credere che facessero "progressive"...LASCIATE PERDERE LE ETICHETTE)...artisti senza pari...una esperienza che mi ha arricchito e mi ha fatto scoprire molte cose...
RispondiEliminaCarissimo Pier Paderni, innanzitutto grazie per aver voluto scrivere due righe su questa pagina. Ovviamente il tuo è un punto di vista privilegiato in quanto sei stato parte integrante dell'avventura come protagonista.
EliminaVorrei chiarire un attimo il concetto di "progressive" che va visto nell'ottica dell'epoca e non, come spesso si fa, a posteriori. Per progressive si intendeva (anche in senso molto largo) una musica che uscisse dagli schemi triti e ritriti dell'epoca, ossia la classica costruzione musicale che si usava. In questa ottica si può parlare di "progressive" in quanto sia le strutture musicali che i testi uscivano dagli schemi canonici dell'epoca. Poi il termine "progressive" è stato usato per indicare progressioni musicali veramente al di fuori degli schemi (King Crimson, Van Deer Graf Generator, Gentle Giant, E.L.&P. e via elencando). Chiaramente identificando il progressive con tali produzioni, il discorso nostrano andrebbe a sgonfiarsi. Quello che volevo dire è che, mutatis mutandis, i Salis & Salis sono stati, a modo loro e per quel periodo musicale, "progressive" anche se questo è voler dare a tutti i costi un'etichetta alla musica, mentre la musica non ha etichette. E' solo musica.
Sono d' accordo con Pier Paderni sul fatto che non bisogna attribuire per forza un genere musicale ad un artista. Ognuno ha un suo stile che...quasi quasi bisognerebbe chiamarlo con il suo stesso nome, ed in questo caso "Stile Salis". Non importa se hanno acquisito come tutti le influenze della musica di altri artisti precedentemente suonata, o magari solo sentita,(infatti può succedere che basta sentire solo poche volte o magari una sola volta un brano, che ti ritrovi successivamente a suonare un fraseggio di quel brano senza farlo apposta) perchè chi ha un grande orecchio musicale apprende subito. Però ha ragione anche Ghiglieri nel dire che si potrebbe definire "Progressive" un genere che non segue i soliti schemi musicali. Io ho sentito gente che suona molto liberamente ma con una musicalità spaventosa.
EliminaVero, hai compreso il punto. Le etichette - incluse molte di quelle "discografiche" - hanno fatto danni irreparabili i cui detriti ci stanno oggi sommergendo.
RispondiEliminagrandi ancora oggi
RispondiEliminaun piacere ed un onore ascoltare antonio e francesco
RispondiEliminaSalis & Salis = Ottima musica e professionalita al 100% Avrei tanto voluto che almeno a Tonietto fosse reso un grazie immenso dal più profondo del cuore per averci salvati in quella stagione...
RispondiEliminaCiao Giorgio sono Tiziano Dessì grazie per questa pagina , anchio che sono del 58 in quegli anni cercavo di essere presente ai concerti di Francesco e Tonietto Salis ....perchè quella musica c'era solamente nei concerti...non bisogna dimenticare che oggi noi ascoltiamo il suono da supporti audio che restituiscono una fedeltà sonora che quarant'anni fa le ns. orecchie e capacità di ascolto non percepivano.....ed il SantaGiusta Sound lo potevi cogliere solo Live. onore ai Salis n' Salis. grazie a te per lo spazio.
RispondiEliminaIn questa Italietta bolsa e mafiosa un gruppo come i Salis sono una delle poche ragioni per vivere ed essere orgogliosi di essere italiani...una musica senza tempo,tecnicamente erano dei mostri ma anche straordinari per sensibilità ed originalità (ascoltare,su tutti il singolo L'APOSTOLO "Io ti ringrazierò"mostruoso folk psichedelico spirituale e l'intero lp "Dopo il buio la luce",capolavoro assoluto del prog italiano...Essere stati quasi misconosciuti non è un gran problema,nei libri di storia del prog italiano e nel cosmo ci sono e ci saranno sempre ARTISTI e GENI come loro...
RispondiEliminaRicordo con tanto piacere e nostalgia
RispondiEliminaLa prima volta che i salis si esibirono a cagliari...non mi ricordo esattamente l'anno...forse 69 o forse 71...presentava lucio salis..un piccolo locale in via universita' una specie di grotta "LA LANTERNA "...ECCEZIONALI..oltre ai loro brani mi ricordo alcuni pezzi eseguiti in quella serata...VANILLA FUDGE..you keep me running on...PUGNI CHIUSI dei ribelli...ILL GO GRAZY...e tanti altri..tonietto una voce unica..franceso una tcnica eccezionale...ho tanta nostalgia
Salis eccezzionali
RispondiEliminaSon di Oristano, dell 69. Conosco i Salis da sempre. Penso che Dopo il buio la luce sia un vero capolavoro. Ho avuto il disco tre volte, (non prestare dischi!!). abito in UK da decenni e son orgoglioso di far ascoltare il mo disco preferito agli amici (inglesi), che rimangono ovviamente sbalorditi. Un caro saluto Carlo.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con chi dice che l'album Sa Vida ita est, sia una pietra miliare del rock progressivo italiano degli anni 70. Quando faccio viaggi lunghi in auto lo ascolto molto spesso e mi stupisco sempre più di come non siano stati valorizzati per il genio di ognuno di loro.
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