sabato 3 ottobre 2009

Cose (mai) viste: Janis Joplin


Janis Joplin - Work Me Lord
Outtake from Woodstock 1969 (Never Released)

Alcune notizie...
Janis Joplin (Port Arthur il 19 Gennaio 1943 - Los Angeles 4 Ottobre 1970) inizia la sua carriera come cantante della band "Big Brother & The Holding Company" e prosegue la sua carriera da solista pubblicando 4 album in studio e due dal vivo a cui seguono la bellezza di 15 album tra raccolte e compilation a suo nome.
La rivista americana Rolling Stone ha piazzato Janis Joplin al 46mo posto tra i 100 più importanti artisti della storia del rock.

Discografia Studio

(Con Big Brother & The Holding Company):
Big Brother & The Holding Company (1967)
Cheap Trills (1968)

(Solista)
I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! (1969)
Pearl

(Live)
Joplin in concert (1972)
Janis Joplin with Big Brother & The Holding Company Live @ Winterland '68 (1998)

(Compilations)
Super Hits (1973)
Janis Joplin Greatest Hits (1973)
Anthology (1980)
Farewell Song (1982)
Janis - 3Cd Box Set (1993)
18 Essential Songs (1995)
Books Of Pearls (1999)
Janis Joplin's Greatest Hits (Bonus Tracks) (1999)
Love, Janis (2001)
The Best Of Janis Joplin (2003)
The Essential Janis Joplin (2003)
Janis Soundtrack (2004)
The Collection (2004)
Collections (2005)
Very Best Of Janis Joplin (2007)
Absolute Janis (2008)


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Courtesy by Wikipedia, Joplin.com

giovedì 1 ottobre 2009

Let It Be Me


Let It Be Me - Melanie Safka

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Let It Be Me (Gilbert Bécaud)

I bless the day I found you
I want to stay around you
And so I beg you, let it be me

Don't take this heaven from one
If you must cling to someone
Now and forever, let it be me

Each time we meet love
I find complete love
Without your sweet love what would life be

So never leave me lonely
Tell me you love me only
And that you'll always let it be me

Each time we meet love
I find complete love
Without your sweet love what would life be

So never leave me lonely
Tell me you love me only
And that you'll always---let--it be--me


Courtesy by NashvilleLyrics.com

All Right Now - The Free


All Right Now (Promo Video) - The Free
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Maggio 1970: tratto dall'album "Fire And Water" viene pubblicato il singolo "All Right Now" (Side B "Mouthful Of Grass", eseguito e prodotto dai Free per l'etichetta Island Records di Chris Blackwell.
Il brano scritto da Paul Rodgers e Andy Fraser, rispettivamente cantante e bassista dei Free, scala immediatamente le classifiche insediandosi al N°2 in quelle inglesi ed al N°4 in quelle americane e posizionandosi al N°1 in oltre 20 paesi del mondo.
All Right Now è il classico esempio di song intramontabile: ogniqualvolta viene rispolverata scala immancabilmente le classifiche.
Musicalmente il brano si basa su un pattern di batteria suonato con moltissimo groove ed un riff di chitarra tagliente ed essenziale su cui si intarsia la voce di Paul Rodgers.
Nonostante la sua semplicità strutturale, All Right Now è tra i brani che identificano il "Rock Driving".
Per capire meglio il significato di brano caposcuola basterà ascoltare "Rock'n'Me" di Steve Miller, hit del 1976 per capire che questa hit è stata costruita copiando il riff di chitarra di All Right Now.
Una singolarità di All Right Now è che ne esistono due versioni: la prima, forse la più conosciuta è quella dell'album e dura 5:29", la seconda (che oggi si chiamerebbe radio edit) dura 4:13". La differenza non sta solamente nella diversa durata delle due versioni; in quella da 4:13" la linea di basso è leggermente differente ed il riff di chitarra è più complesso.
Inoltre della "short version" esistono due mix ufficiali differenti: il primo è l'originale del 1970 mentre il secondo, realizzato nel 1991, ha mantenuto soltanto la traccia vocale di Paul Rodgers mentre tutti gli strumenti sono stati sostituiti per avere una sonorità più "moderna" (no comment).
Inevitabilmente All Right Now è il classico brano che si presta ad essere reinterpretato ed infatti le band (anche blasonatissime) che hanno il brano nella scaletta dei loro concerti non si contano: da Bon Jovi ai Bad Company, agli U2; l'elenco sarebbe sterminato. Mentre è più ragionevole il numero degli artisti che ne hanno inciso una cover: The Runaways (1978), Rick Santers (1984), Rod Stewart (1985), Pepsi & Shirlie (1987), The Lemonescent (2003). E' presente anche su Funky Cold Medina dei Tone-Loc sotto forma di campionamento.
Ne esiste poi una versione promo realizzata dalla Virgin Records per uso interno su di un vinile blu flessibile; è stata incisa nientedimeno che da Mike Oldfield con le voci di Wendy Roberts e Pierre Moerrlen con la produzione di Tom Newman.

The FreePaul Rodgers - Vocal
Simon Kirke - Drums
Paul Kossoff - Guitar
Andy Fraser - Bass

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All Right Now (1969 Live Australia) - The Free
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All Right Now (live) - Paul Rodgers Band

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All Right Now (live) - Bon Jovi & SkidRow
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All Right Now (live) - Pepsi & Shirlie
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All Right Now (A.Fraser/P. Rodgers)

There she stood in the street
Smiling from her head to her feet
I said "Hey, what is this"
Now baby, maybe she's in need of a kiss
I said " Hey, what's your name baby"
maybe we can see things the same
Now don't you wait or hesitate
Let's move before they raise the parking rent

All right now baby, it's all right now
All right now baby, it's all right now

I took her home to my place
Watching ev'ry move on her face
She said " Look, what's your game baby
are you tryin' to put me in shame?"
I said " slow don't go so fast,
don't you think that love can last?"
She said " Love, Lord above,
now you're tryin' to trick me in love"

All right now baby, it's all right now
all right now baby, it's all right now

That's all for now, take care and I'll
be back with more in a few days
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Courtesy by Wikipedia, free.com, SpeedLyrics, VirginRecords, Island Records, Blackwell Music

lunedì 21 settembre 2009

Mitch Murray & Down Came The Rain

Quasi sicuramente undici persone su dieci non sanno chi sia questo personaggio, per cui vi do' un aiutino con questo video....



Mister Murray - Down Come The Rain

Adesso che qualcuno inizia a ricordare la canzone lo aiuto con la cover in italiano:



I Giganti - Una Ragazza In Due

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Il brano "Down Come The Rain" è stato scritto da Mitch Murray che lo ha inciso con l'etichetta Fontana Records nell'ottobre 1965 con lo pseudonimo di "Mr. Murray".
In Italia è stata ripresa dai Giganti che ne hanno fatto una cover dal titolo "Una Ragazza In Due".

Mitch Murray, il cui vero nome è Lionel Michael Stitcher, nasce il 30 Gennaio 1940 ad Hove, nel Sussex (Inghilterra).
Inizia la carriera come compositore scivendo "How Do You It?" brano prodotto da George Martin per Gerry & The Pacemakers, gruppo alternativo ai Beatles del 1962. Il brano raggiunge immediatamente la prima posizione nelle classifiche di vendita.
Il brano seguente, "I Like It" riceve lo stesso trattamento. Mitch Murray prosegue la sua carriera di songwriter collaborando con artisti quali Freddie & The Dreamers per cui scrive "You Were Made For Me" e "I’m Telling You Now".
Una cosa poco nota è che, per ammissione dello stesso Sting, un suo libro scritto nel 1964 dal titolo "How To Write A Hit Song", incoraggiò uno Sting dodicenne ad iniziare a scrivere canzoni. Infatti Sting Parla di Mitch Murray come del suo mentore.
Altri successi scritti da Murray sono stati "Even The Bad Times Are Good" (The Tremeloes) , "The Ballad of Bonnie and Clyde" (Georgie Fame), "Goodbye Sam, Hello Samantha" (Cliff Richard), "Ragamuffin Man" (Manfred Mann), "Hitchin’ a Ride" (Vanity Fare), e "Avenues And Alleyways", "Las Vegas", and "I Did What I Did for Maria" (Tony Christie).
Nel 1974 fonda l'etichetta discografica Bus Stop e lancia Paper Lace con i brani "Billy Don't Be A Hero" e "The Night Chicago Died".
La sua carriera di songwriter prosegue parallelamente a quella di scrittore di commedie e di libri di successo.
Attualmente è impegnato nella scrittura di pieces teatrali.

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DOWN CAME THE RAIN - MISTER MURRAY (1965)
(Mitch Murray / Robin Conrad)

She walked like a dream from another world
I'd never seen such a lovely girl
She smiled as we stood on the sand
But just as I reached for her hand

Down came the rain
It's happened again
The thunder and lightning
Down came the rain

We walked by the sea for a long, long time
I knew somehow she was nearly mine
The look in her eyes told me this
But just as we stopped for a kiss

Down came the rain
It's happened again
The thunder and lightning
Down came the rain

She whispered to me she would be my bride
She'd always be standing by my side
I'd come to the end of my search
But just as we got to the church

Down came the rain
It's happened again
The thunder and lightning
Down came the rain
Down came the rain
Down came the rai-hai-hain

(The rain came down!)

Cortesy by: Wikipedia, MoreRooms.net, ASCAP, lyrics.com

sabato 19 settembre 2009

David Bowie - The Jean Genie 1972

Per la serie: rarità ritrovate, oggi vi propongo un brano del 1972 di David Bowie dal titolo The Jean Genie.
Versione live con The Spider Of Mars.
Buon ascolto & visione.


The Jean Genie - Video

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The Jean Genie - The Story

Composta da David Bowie nel Novembre del 1972 a New York è compresa nell'album "Aladdin Sane" del 1973.
Scritta nel periodo dell'esperienza fatta a New York da Bowie risente molto delle influenze artistiche di personaggi quali Andy Warhol, Velvet Underground, Iggy Pop (a cui si è ispirato nella stesura del brano). E' da notare una certa somiglianza della parte musicale con "I'm a man" di Bob Diddley nella versione degli Yardbyrds.
Il video ufficiale del brano ha la regia di Mick Rock ed è stato girato, guarda caso, al Mars Hotel di San Francisco con la supervisione di Cyrinda Foxe (consulente di immagine di Andy Warhol).
Molto a lungo si è discusso sul fatto che il titolo "The Jean Genie" fosse un riferimento diretto a Jean Genet (noto autore omosessuale dell'epoca) ma David Bowie, maestro dell'ambiguità artistica, non ha mai nè smentito, nè confermato.
Sempre in tema di "copiature d'autore" è da segnalare una vertenza scaturita dal confronto tra "The Jean Genie" e "Blockbuster" degli Sweet (firmata da Mike Chapman & Nicky Chinn) pubblicata appena dopo il brano di Bowie.

Pubblicazione originale: 45 giri
Side a) The Jean Genie
Side b) Ziggy Stardust

Credits di produzione:
Produttori: Ken Scott & David Bowie
Musicisti:
David Bowie: Voce & Chitarra
Mick Ronson: Chitarra
Trevor Bolder: Basso
Mick Woodmansey: Batteria

Il brano è apparso nelle seguenti compilation di David Bowie:

The Best of David Bowie (Japan 1974)
Changes One Bowie (1976)
Best Of Bowie (1976)
Changes Bowie (1980)
The Singles Collection (1993)
The Best Of 1969/1974 (1997)
Aladdin Sane 30th Anniversary edition (2003)

The Jean Genie Lyrics

A small jean genie snuck off to the city
Strung out on lasers and slash back blazers
Ate all your razors while pulling the waiters
Talking bout monroe and walking on snow white
New yorks a go-go and everything tastes nice
Poor little greenie, woh ho
Get back home
The jean genie lives on his back
The jean genie loves chimney stacks
Hes outrageous, he screams and he bawls
Jean genie let yourself go!
Sits like a man but he smiles like a reptile
She love him, she love him but just for a short while
Shell scratch in the sand, wont let go his hand
He says hes a beautician and sells you nutrition
And keeps all your dead hair for making up underwear
Poor little greenie, woh ho
The jean genie lives on his back
The jean genie loves chimney stacks
Hes outrageous, he screams and he bawls
Jean genie let yourself go oh
Hes so simple minded he cant drive his module
He bites on the neon and sleeps in the capsule
Loves to be loved, loves to be loved
Woh ho
Woh ho
Aoo jean genie lives on his back
The jean genie loves chimney stacks
And hes outrageous, he screams and he bawls
The jean genie let yourself go! go
Go
Jean genie lives on his back
Jean genie loves chimney stacks
And hes outrageous, he screams and he bawls
Jean genie let yourself go woh go
Go go

Courtesy by: Wikipedia, Bowie.com, RCA Victor USA, Lyrics.com

giovedì 10 settembre 2009

The House Of The Rising Sun



The House Of The Rising Sun (La Casa del Sol Levante) è una delle poche canzoni da definire "un pilastro del rock". Questo anche se, in realtà, col rock non avrebbe molto da spartire.
In realtà, The House Of The Rising Sun ha origini una ballata folk risalente al 18.mo secolo (cosa su cui si accapigliano ancora i musicologi) ed è stata adattata alla prima tradizione del blues. La più antica registrazione esistente è del 1933 ad opera di Clarence "Tom" Ashley & Gwen Foster. Ashley dichiarò che la canzone l'aveva imparata dal nonno Enoch Ashley. Successivamente la canzone cade nel dimenticatoio per poi essere ripresa nel 1938 da Roy Acuff e nel 1941 da Woody Guthrie. Nel 1947 Josh White, nel 1949 Ronnie Gilbert & Pete Seeger ne registrano la loro versione a cui si aggiungono Frankie Lane nel 1959 che la include nel suo album "Balladeer", Joan Baez ne registra una sua versione nel 1960 mentre Bob Dylan ne include la sua versione nel suo primo album del 1962.
Sino a questo momento, The House Of The Rising Sun è e resta una canzone folk, tutto sommato conosciuta da una ristretta schiera di ascoltatori. Ma nel 1964 The Animals ne registrano una loro personalissima versione ed è immediatamente una hit mondiale.
Racconta Eric Burdon, cantante degli Animals, di aver sentito la canzone in un pub cantata da un folksinger inglese: Johnny Maniglia ed essere rimasto colpito dal brano. La versione degli Animals è basata dall'arpeggio in La minore creato da Hilton Valentine (il chitarrista) e dall'interpretazione soffertissima di Eric Burdon; tale struttura resterà pressochè integra in tutte le varie reinterpretazioni del brano che si succederanno nel tempo.
Sul brano esiste un succosissimo aneddoto per cui Bob Dylan (che registrò la sua versione due anni prima) venne accusato di aver plagiato il brano dagli Animals e, conoscendo la suscettibilità proverbiale di Dylan è facile immaginare come la cosa andò a finire.
In un colpo solo, cosa rarissima, gli Animals piazzano il brano nelle hit di tutto il mondo. Nella Classifica 500 Greatest Songs della rivista Rolling Stone, viene classificata al numero 122, la RIIA pone il brano al 240.mo posto tra le canzoni del secolo; nel 1999 ha ricevuto un Grammy Hall Od Fame ed un sondaggio del 2005 la colloca come la quarta canzone preferita di tutti i tempi in Gran Bretagna. Una curiosità: il brano dura quattro minuti e mezzo, un'enormità per l'epoca e la sua durata è considerata "inamovibile" (anche se ne esiste una versione USA che dura 2:58 che suona come se fosse stata modificata in tutta fretta, forse per i tempi radiofonici di allora).
Gli artisti che ne hanno inciso una loro versione:
▪ Aphrodite's Child
▪ The Geordie
▪ Agents of Oblivion
▪ The Adolescents
▪ The Animals
▪ Demis Roussos
▪ Bachman-Turner Overdrive
▪ Bard of Ely
▪ Joan Baez
▪ The Beatles
▪ The Be Good Tanyas
▪ Eric Bibb & Cyndee Peters
▪ Blind Boys of Alabama (come Amazing Grace)
▪ Eric Burdon
▪ Bon Jovi
▪ Luigi Chiocca ( in italiano titolo "LA CASA DEL SOLE")
▪ The Brothers Four
▪ Johnny Cash
▪ Tracy Chapman
▪ Cody C & J.R.
▪ David Allen Coe
▪ Jimi Hendrix
▪ Maria Daines & Paul Killington
▪ I Dik-Dik (in italiano: la casa del sole)
▪ Bob Dylan (come parte del suo omonimo album)
▪ Eagles
▪ Tommy Emmanuel
▪ Evereve
▪ Marianne Faithfull
▪ The Flower Travellin' Band
▪ Bob Fuzz
▪ Frijid Pink (Questa versione, non quella degli Animals, raggiunse il primo posto in Germania)
▪ Gerry and the Pacemakers
▪ Gary Glitter
▪ Woody Guthrie
▪ Tim Hardin
▪ Jandek
▪ Wyclef Jean et Les Portes du Pen
▪ Waylon Jennings
▪ Walls of Jericho
▪ Brian Johnson
▪ Sammy Kaye
▪ B.B. King e Mary Travers
▪ Mark Knopfler
▪ Kult
▪ La Renga
▪ Lead Belly
▪ Los Marcellos Ferial (in italiano; titolo La casa del sole)
▪ I Bisonti (in italiano; titolo La casa del sole)
▪ Fausto Papetti (Strumentale)
▪ Lorenzo Pilat
▪ I Pooh (in italiano; titolo La casa del sole, inserita nell'album Beat ReGeneration)
▪ Riky Maiocchi (in italiano Non dite a mia madre (Price-Menegazzi), 1964: prima versione censurata dalla commissione di ascolto della RAI)
▪ Riky Maiocchi (in italiano La casa del sole (Price-Mogol-Pallavicini), 1965: seconda versione)
▪ Courtney Love
▪ Chan Marshall (conosciuta anche come Cat Power)
▪ Ronnie Milsap
▪ Roger McGuinn
▪ The Moody Blues
▪ Muse
▪ Tim O'Brien
▪ Mark O'Connor
▪ Sinéad O'Connor
▪ Odetta
▪ John Otway
▪ Oysterhead
▪ Dolly Parton
▪ The Platters
▪ Rockapella
▪ Dave van Ronk
▪ Santa Esmeralda
▪ Sentenced
▪ Nina Simone
▪ Tangerine Dream
▪ Agnaldo Timóteo
▪ Toto
▪ U2 & Green Day (solo la prima parte nella canzone The Saints Are Coming)
▪ The Ventures
▪ Doc Watson & Richard Watson
▪ The Weavers
▪ Leslie West
▪ The White Stripes
▪ Josh White
▪ James Last
▪ Buster Poindexter (nell'album omonimo)
▪ Brand New Sin
▪ Collin Raye
▪ Gregory Isaacs
▪ The Scorpions

The House Of The Rising Sun (Versione maschile)

There is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
And it's been the ruin of many a poor boy
And God I know I'm one
My mother was a tailor
She sewed my new blue jeans
My father was a gamblin' man
Down in New Orleans
Now the only thing a gambler needs
Is a suitcase and a trunk
And the only time he's satisfied
Is when he's all drunk
Oh mother tell your children
Not to do what I have done
Spend your lives in sin and misery
In the House of the Rising Sun
Well, I got one foot on the platform
The other foot on the train
I'm goin' back to New Orleans
To wear that ball and chain
Well, there is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
And it's been the ruin of many a poor boy
And God I know I'm one


The House Of The Rising Sun (Versione Femminile)

There is a house in New Orleans
They call the Rising Sun.
It's been the ruin of many a poor girl,
And me, O God, for one.
If I had listened what Mama said,
I'd 'a' been at home today.
Being so young and foolish, poor boy,
Let a rambler lead me astray.
Go tell my baby sister
Never do like I have done
To shun that house in New Orleans
They call the Rising Sun.
My mother she's a tailor,
She sewed those new blue jeans.
My sweetheart, he's a drunkard, Lord, Lord,
Drinks down in New Orleans.
The only thing a drunkard needs
Is a suitcase and a trunk.
The only time he's satisfied
Is when he's on a drunk.
Fills his glasses to the brim,
Passes them around
Only pleasure he gets out of life
Is hoboin' from town to town.
One foot is on the platform
And the other one on the train,
I'm going back to New Orleans
To wear that ball and chain.
Going back to New Orleans,
My race is almost run.
Going back to spend the rest of my days
Beneath that Rising Sun.


La Casa Del Sole (The House Of The Rising Sun)

Lo so perchè sei qui
e guardi verso me
perchè io sono il sole per te
e il sole e tutto per te
ma come faccio a dirti
qual'è la verità
ma come faccio a dirti che ormai
il sole si spegne con noi
ti ho detto tante cose
e tu credevi a me
le cose che volevo per te
che dirti non potrò
lo so perchè sei qui
e guardi verso me
perchè io sono il sole per te
e il sole è tutto per te
il sole che aspettavi
non arriverà
e l'ultima speranza ormai
si spegne insieme a noi
si spegne insieme a noi

Amazing Grace



Amazing Grace - Curiosità & Storia

Dalle ricerche effettuate, Amazing Grace è sicuramente il brano che può vantare, in assoluto il maggior numero di versioni realizzate; sono talmente tanti artisti ad esserci cimentati in questo brano che si fa più in fretta ad elencare chi non l'ha incisa piuttosto che il contrario.
La canzone nasce come un inno religioso cristiano nel 1779 con le parole scritte da John Newton e la musica scritta da William Walker.
L'autore del testo era un trafficante di schiavi successivamente convertitosi alla religione cristiana e l'inno è un canto di disperazione degli schiavi che venivano trasportati, appunto, dalle navi comandate da John Newton.
Amazing Grace nasce in Gran Bretagna ma il suo, come si suol dire, successo, si ha oltremare, negli neonati Stati Uniti.
Proprio negli Stati Uniti, curiosamente, divenne popolarissimo durante la Guerra Civile Americana in entrambi gli schieramenti ed è la bandiera di tutte le organizzazioni a favore dei diritti umani e contro l'oppressione e la schiavitù, trascendendo quindi dal mero significato di canto religioso.
Secondo i dati presenti nella Libreria del Congresso Americana, la prima registrazione esistente di Amazing Grace risale al 1922 ad opera della Brunswick col titolo "New Britain" eseguita da "The Original Sacred Harp Choir".
Nel 1925 viene registrata per la Columbia Records la prima versione avente l'attuale titolo, eseguita da "The Wisdom Sisters".
Negli anni successivi il brano viene rinominato, pur mantenendo inalterata la sua struttura e si hanno quindi, nel 1927: "Abounding Sin & Abounding Grace" ad opera del Rev. J.M. Gates (etichetta Paramount); sempre nel 1927 "Wonderful Grace" del Rev. M.L. Trasher (etichetta Columbia); "Jevett" da parte di "J.T. Allison's Sacred Harp Singers" (etichetta Gennet).
L'elenco potrebbe continuare ancora per molto poichè, essendo il brano un inno religioso, vien da sè che ciascun gruppo gospel ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, spesso incidendone una versione su disco.
Ma la popolarità del brano si è allargata sino a divenire anche uno standard della neonascente musica pop (intesa in senso ampio ovviamente).
Gli artisti pop che si sono cimentati con questa canzone appartengono ai generi più disparati: cantanti folk, rockers, jazzisti e bande militari.
A tale proposito si pensa, erroneamente, che il brano sia nato musicalmente per le bagpipes (cornamuse) anche perchè Amazing Grace siamo soliti sentire questo brano nei films (soprattutto in occasione di funerali) eseguito dalle cornamuse. In realtà la versione per bagpipes è stata incisa nel 1972 ad opera dei "Royal Scots Dragoon Guards" restando 5 settimane in testa alle classifiche inglesi.
A seguire un elenco di artisti che hanno inciso Amazing Grace con un notevole successo di vendita oppure con un notevole rilievo artistico.
L'elenco è esemplificativo e non esaustivo.
1971- Rod Stewart (Every Picture Tells a Story)
1972- Judy Collins (67 settimane nelle classifiche inglesi)
1972- Aretha Franklin (album Amazing Grace)
1972- Royal Scots Dragoon Guards
1975 -Il Guardiano del Faro (Album "Amore Grande Amore Libero" Il Gabbiano Infelice)
1982- Film Star Trek L'Ira di Khan (nella sequenza del funerale di Spock, Mr. Scott suona Amazing Grace con la cornamusa
1985- Joan Baez (Live Aid)
1991- Kyle Minogue (Live in Dublin)
1991- Chris Squire (YesYears 4CD)
1994- Elvis Presley (His Greatest Sacred Performances) - Album Postumo
1995- Kristin Hersch
1995- Crystal Gayle
1997- Jeff Beck (Merry Axemas: A Guitar Christmas)
1998- Charlotte Church
1999- Dropkick Murphys (The Gang's All Here)
2001- Boyz II Men (Collection)
2002- Bela Fleck & The Flecktones (Live @ Quick)
2003- Hayley Westenra (Pure) in coppia con la cantante giapponese Minako Honda
2005- Minaku Honda (Amazing Grace - Japan edition)
2007- Rick Wakeman (Amazing Grace)
2008- Sarah Brightman (A Winter Symphony)
2008- Il Divo (The Promise)
2008- Kokia (Christmas Gift)
2008- Chris Tomlin (Music Inspired by the Motion Picture Amazing Grace)
2009- Faryl Smith (Faryl)
MIka Nakashima (Crescent Moon)
Jerry Garcia, Tony Rice & David Grisman (The Pizza Tapes)
Ioan Gruffudd (Motion Soundtrack Amazing Grace)
Yuki Kaida (From Anime: The Prince Of Tennis)
Victor Wrooten

Mi scuso per eventuali omissioni di artisti che ne hanno inciso una loro versione e mi impegno, mano mano che recupererò la documentazione di aggiornare questa lista.







AMAZING GRACE (traditional) - Lyrics
(by John Newton (1725-1807))


Amazing Grace, how sweet the sound,
That saved a wretch like me.
I once was lost but now am found,
Was blind, but now I see.
T'was Grace that taught my heart to fear.
And Grace, my fears relieved.
How precious did that Grace appear
The hour I first believed.
Through many dangers, toils and snares
I have already come;
'Tis Grace that brought me safe thus far
and Grace will lead me home.
The Lord has promised good to me.
His word my hope secures.
He will my shield and portion be,
As long as life endures.
Yea, when this flesh and heart shall fail,
And mortal life shall cease,
I shall possess within the veil,
A life of joy and peace.

When we've been here ten thousand years
Bright shining as the sun.
We've no less days to sing God's praise
Than when we've first begun.

Amazing Grace, how sweet the sound,
That saved a wretch like me.
I once was lost but now am found,
Was blind, but now I see.


Courtesy by: constitution.org/wikipedia/congress library USA

Comunicazione di servizio


Ciao a tutti, fedele allo spirito con cui ho aperto questo blog, giorno dopo giorno aggiorno alcuni dei post precedentemente pubblicati.
Ovviamente non posso obbligarvi a visualizzare tutta la sfilza di post presenti in archivio quindi, sfruttando alcune opzioni di questo blog, ogni post aggiornato verrà posto in cima all'elenco in modo tale che possiate leggerlo subito.
Sono molto contento delle visite che mi fate però qualche commento in più non guasterebbe.
A presto.
Giorgio

mercoledì 2 settembre 2009

Retrospettiva: I Salis & Salis


1966
- I Barritas, gruppo popolarissimo in Sardegna, entrati nella storia del Beat italiano per aver inciso per primi la Messa Beat, causa un calo di popolarità (e conseguente calo di serate) si sciolgono.
Antonio "Tonietto" Salis (bassista e cantante) si trasferisce in Lombardia mentre l'altro fratello, Francesco (chitarrista e cantante) si stabilisce a Roma dove suona la chitarra negli Apostoli, gruppo che accompagnava Edoardo Vianello .



1968
- Il 6 Giugno 1968, Tonietto e Francesco Salis, insieme a Mariano Tunerani all'organo Hammond e Mario "Mariolino" Paliano alla batteria formano il gruppo "I Salis'n'Salis" (questo è il nome esatto) ed incidono il loro primo 45 giri per la Belldisc di Antonio Casetta (casa discografica con cui avevano già inciso i Barritas) con due brani: "Maribel" e "Nell'oscurità". La collaborazione con la Belldisc durerà per tre 45 giri sino al 1969. Poco prima dell'incisione del singolo compare sulla scena Lucio Salis (cugino in primo grado dei due fratelli Salis), personaggio "sopra le righe", assolutamente sconosciuto all'epoca nel mondo musicale che si propone come collaboratore del gruppo nelle vesti di paroliere. A settembre lascia il gruppo Mario Paliano, sostituito da Nino Scalas che resterà nel gruppo sino al 1971.
Inizia così l'avventura discografica dei Salis'n'Salis, gruppo dotato di un "sound" particolarissimo per l'epoca, da loro definito: "SantaGiusta Sound" (in onore del loro paese di nascita: Santa Giusta; paese alle porte di Oristano).

1970
- Mariano Tunerani lascia la band per ritornare in Sardegna ed al suo posto entra Piero Paderni proveniente dai "JB Club" (band dove militava anche Mauro Pagani).



I Salis & Salis - Chissà se la luna ha una mamma

Nota: La formazione che ha registrato i brani non è quella citata nel video, bensì:
Tonietto Salis: Voce e Basso
Francesco Salis: Chitarra e Voce
Mariano Tunerani: Organo Hammond
Nino Scalas: Batteria

1971 - I Salis 'n' Salis incidono, per l'etichetta Liberty, il singolo contenente "Chissà se la luna ha una mamma" e "Storia di una cosa" insieme a Mariano Tunerani all'Hammond e Nino Scalas alla batteria. Sempre nello stesso anno i Salis 'n' Salis incidono per la Produttori Associati il primo ed unico album con la denominazione Salis 'n' Salis. Il titolo dell'album è "Sa Vida Ita Est".
Alla fine dell'anno, Nino Scalas lascia il gruppo, sostituito da Paolo Gerardini.
Un gustosissimo aneddoto raccontatomi da un dirigente (all'epoca) della Produttori associati vuole che molte persone della casa discografica ritennero piuttosto strano che dessero un titolo latino all'album.
Per tutti coloro i quali non hanno dimestichezza col Sardo dirò che "Sa vida ita est" va tradotto come "Che cosa è la vita". Dal sardo e non dal latino, ovviamente.
L'album, in realtà, non è stato mai mixato perchè la casa discografica, in realtà, non credeva nelle potenzialità artistiche della band ed aveva stanziato un budget minimo che, esauritosi velocemente portò il produttore a far mixare velocemente il prodotto.
A questo proposito, anche ascoltando gli altri prodotti della Produttori Associati, si nota che i budget per le registrazioni erano alquanto scarsi ed investiti in studi di registrazione abbastanza economici con conseguenti e scarsi risultati sonori. A tale scopo basta andare a riascoltare i primi lavori di De Andrè editi dalla Produttori Associati.



I Salis 'n' Salis - Matrimonio

Proprio a causa di questo tipo di mentalità poco incline a privilegiare gli sviluppi musicali dei suoi artisti e la tendenza a privilegiare il lato "di cassetta" delle produzioni propria della Produttori Associati, iniziano i primi problemi per la band che quasi alla fine di una lunga tournèè susseguente all'album, iniziò a perdere elementi.
Prima abbandonò, senza nessun avviso, il batterista Paolo Gerardini, sostituito prima da Nino Scalas e poi da Mario Paliano e nel febbraio 1972 anche il tastierista Piero Paderni lasciò i Salis & Salis, sostituito da Antonello Salis (oggi affermato jazzista).
Complice anche la scarsa possibilità di uno sviluppo discografico, il gruppo, finita la tournee si sciolse.
Finisce qui la storia dei Salis 'n' Salis. Ciò che avvenne dopo con la carriera solista di Tonietto è un'altra storia che vi racconterò un'altra volta.




I Salis 'n' Salis - Matrimonio



I Salis 'n' Salis - I Musicisti

Antonio "Tonietto" Salis - Voce & Basso
Francesco Salis - Chitarra & Voce
Mario Paliano - Batteria
Nino Scalas - Batteria
Mariano Tunerani - Organo Hammond
Pier Paderni - Organo Hammond
Paolo Gerardini - Batteria




I Salis 'n' Salis - Discografia

1968 - Maribel/Nell'oscurità Belldisc BD 8007
1968 - Manchi solo tu/Piccola bimba Belldisc BD 8015
1969 - Il tuo ritorno/Maribel Belldisc BD 8021
1971 - Chissà se la luna ha una mamma/Storia di una cosa Liberty LIB 9062
1971 - Sa vida ita est (Long Playing) Produttori Associati PA LP37
1971 - Matrimonio/Sorella morte Produttori Associati PA NP3192
1971 - Betty/Auguri Produttori Associati PA NP 3197
1971 - La vida es de esta manera (Sa vida ita est) Car/Venevox CAR-703 (Edizione venezuelana cantata in italiano)



I Salis 'n' Salis - Sa Vida Ita Est - Titletrack
1- La vita
2- La ragazzina del cortile accanto
3- Il nuovo gioco
4- Lavorare (e sognare)
5- La prima volta
6- La naja
7- Superman
8- Auguri
9- Cambia il tuo nome
10- Matrimonio
11- Come allora (com'è strano)
12- Il vecchio
13- Sorella morte

La formazione che ha registrato "Sa vida ita est" era:
Tonietto Salis: Voce e Basso
Francesco Salis: Chitarra e Voce
Piero Paderni: Hammond
Nino Scalas: Batteria



Ho voluto mettere alla fine queste mie righe di commento ed analisi sui Salis & Salis per creare un distacco netto tra la parte storiografica e quella emozionale.
Emozionale perchè, in questo caso parlo di persone che mi coinvolgono emozionalmente e che conosco da sempre. Prima come maestri e, successivamente, come amici con cui ho condiviso emozioni ed idee.
Il primo pensiero va a Francesco Salis, deceduto a maggio del 2007 per attacco cardiaco: un grande musicista ma, soprattutto, un grande uomo.
La vera mente musicale dei Salis 'n' Salis con la sua tecnica esecutiva impeccabile ed il suo gusto sopraffino per gli arrangiamenti e la composizione. Un crossover ante litteram di generi e stili esecutivi tra i più disparati: dal jazz al blues passando per il rock ed il pop con un'amalgama così raffinato da poter parlare di uno stile personalissimo. Basti ascoltare il solo finale sulla song "Matrimonio" per capire che aveva fatto sua la tecnica esecutiva di Wes Montgomery con le note a bicordo oppure dare un'ascolto ai vari soli sparsi nelle canzoni per accorgersi che suonava con una tecnica che definirei attuale; cosa che per l'epoca faceva gridare al miracolo.
Con la Sua Gibson Les Paul DeLuxe, il suo Wha Wha Vox ed il suo amplificatore Vox AC30 tirava fuori sonorità, all'epoca, impensabili con una fluidità di esecuzione ed un tocco che gli hanno, di fatto, decretato il titolo di caposcuola. Ricordo infatti nei concerti dei Salis & Salis, schiere di chitarristi (ed aspiranti tali) a naso in su a carpire ogni movimento della mano sinistra sul manico della chitarra.
Tonietto Salis, più estroverso, non gli è mai stato da meno: cantante con un timbro di voce "da cartavetrata" e particolarissima aveva (ed ha tuttora) il pregio di saper cantare e suonare contemporaneamente il basso (cosa che, converranno i musicisti, non è da poco) con un suo stile personale che, per molti tratti ricorda quello del miglior Paul McCartney.
Fatalmente due musicisti raffinati come i fratelli Salis non potevano che specchiarsi con coloro i quali, all'epoca, rappresentavano la quintessenza della raffinatezza: The Beatles. Infatti, la stragrande maggioranza dei brani del repertorio dei Salis 'n' Salis era, esclusi i brani di loro composizione, rappresentati da canzoni dei Beatles. Tantissimi musicisti e persone nell'ambito musicale ricordano che andavano ad ascoltare i Salis & Salis perchè sembrava loro di ascoltare i Beatles. Oggi potrà sembrare una cosa da poco ma negli anni sessanta erano pochissimi a poter arrivare ad un tale traguardo.
Ho un ricordo personale dell'elaborazione fatta dai Salis & Salis di Something dei Beatles: sembrava che l'avessero scritta loro tanta era la sicurezza e la fluidità nell'esecuzione.
Una band fantastica per l'epoca che, come mi raccontarono alcuni dirigenti discografici dell'epoca, aveva il solo torto di essere sarda. Questo perchè, che piaccia o non piaccia, all'epoca i Sardi erano considerati "meridionali" nel senso dispregiativo del termine e quindi relegati in un angolo, preferendo, il più delle volte, personaggi il cui unico titolo era quello di risiedere o essere nati nel nord Italia.
Nonostante tutto i Salis 'n' Salis hanno inciso per primi quello che poi si sarebbe chiamato "concept album": un album con una serie di canzoni su un unico tema. Non dimentichiamo che negli anni sessanta la punta di diamante della discografia era il 45 giri e il long playing veniva utilizzato per creare una raccolta di singoli, quindi, l'idea di raccontare una storia mediante una dozzina di canzoni era un'idea abbastanza bizzarra per quegli anni.
Basta guardare la produzione di long playing dell'epoca per vedere che si trattava di raccolte, una sorta di "The very best" dell'artista di turno.
Quindi "Sa vida ita est" rappresenta una svolta nel panorama musicale italiano, svolta rappresentata anche dai testi delle canzoni che si discostano anni luce dagli omologhi i rime baciate (o quasi) delle varie cover e (pochi) brani originali prodotti.
Pur non essendo l'album mixato come si deve, si ascoltano delle cose notevoli per l'epoca: un senso notevole dell'arrangiamento pur utilizzando quattro strumenti con un'intarsio di parti eccellente dove ogni frase si poggia su quella successiva con naturalezza.
Volendo fare un raffronto con un altro gruppo dell'epoca di cui ho scritto più sotto: I Quelli, direi che I Salis 'n' Salis avevano una tecnica strumentale non dissimile per bravura con in più la voce di Tonietto che faceva la differenza. Per la proprietà transitiva si potrebbe dire (a costo di rischiare la bestemmia) che, se i Salis & Salis fossero stati meglio supportati discograficamente, probabilmente sarebbero potuti essere (in chiave più pop) quello che oggi è la P.F.M.
Come tutti i prodotti che precorrono i tempi, anche "Sa vida ita est" ha avuto il suo successo postumo. Molto postumo.
Infatti è solo da una decina d'anni che i vari critici musicali si sono trovati concordi nell'affermare che "Sa vida ita est" può essere considerato, per molti aspetti, una pietra miliare nel progressive italiano.
Meglio tardi che mai.

Ma il sound creato all'epoca dai Salis 'n' Salis non ha la paternità dei soli fratelli Salis, è merito anche di un altro musicista: Mariano Tunerani.
Infatti il sound portante delle tastiere ed i riff che hanno reso alcune canzoni dei Salis 'n' Salis indimenticabili sono opera di Mariano che traduceva, filtrandole col suo gusto musicale, le idee musicali di Francesco Salis, il compositore più prolifico del gruppo.


Giorgio Ghiglieri

martedì 1 settembre 2009

Retrospettiva: I QUELLI




1963 i Black Devils, gruppo dell'hinterland milanese formato da Franz Di Cioccio (batteria), Pino Favarolo (chitarra), Tony Gesualdi (basso) e Augusto Lo Basso (sax) suonano nei vari locali della zona guadagnando consensi come band.
Quasi subito Lo Basso lascia la band.
Nel 1964 i Black Devils vengono contattati da un cantante che all'epoca riscuoteva un discreto successo, Gian Pieretti, per lavorare come suo gruppo di supporto: i Grifoni.
Mancando un chitarrista, Gian Pieretti organizza l'incontro con un nuovo chitarrista: Franco Mussida.

L'incontro, Franz Di Cioccio lo ricorda così: (racconti tratti da www.pfmpfm.it)
"Nel 1964 fummo contattati da un cantante che in quel periodo aveva un discreto successo, Gian Pieretti. Ci offrì di diventare il suo gruppo, ovvero I Grifoni. Ma ci mancava un chitarrista, allora Gian Pieretti ci disse: "Io conosco un ragazzo molto bravo, secondo me potrebbe andare bene per voi."
Telefono a questo chitarrista, Franco Mussida, e ci diamo un appuntamento. "Guarda" gli dico, "io sono vestito strano (allora si usava la parola strano)." In realtà vestivo alla beat, con indumenti smessi e colorati.
Franco mi diede qualche indicazione di sé, parlando anche di giacca, cosa che lì per lì mi stupì, ma poi non ci pensai più.
Quando entrai nella trattoria del padre di Gian Pieretti, il luogo prefissato per l'incontro, mi guardai intorno e non credetti ai miei occhi. Non poteva essere lui… Era l'unico in piedi, con l'aria di essere lì ad aspettare qualcuno, ma sembrava una persona perfettamente normale, con un abito in terital grigio, un tessuto sintetico che allora furoreggiava tra le persone per bene. Insomma, niente a che fare con un musicista, per lo meno con quello che io intendevo per musicista. Inoltre dimostrava più anni di quelli che aveva. Dunque ero molto perplesso, ma il bello era che lo era anche lui. Anni dopo me lo ha confidato. Gli sembravo un pazzo, mi ha detto, uno scatenato coi capelli lunghi e la barba da bandito, insomma uno fuori di testa. Così abbiamo passato un bel dieci minuti a studiarci. Continuavamo a guardarci intorno perché ognuno dei due sperava di vedere entrare qualcun altro. A un bel momento mi si piazza davanti.
"Non sarai mica..."
"Non sarai mica..."
Ci salutiamo: "ah bene… piacere… piacere" diciamo, ma dentro di me pensavo: "Oddio qui siamo finiti, se dobbiamo fare un gruppo con gente così..."
Comunque mi faccio coraggio: se bisogna conoscersi, mi dico, tanto vale... e gli chiedo di farmi sentire qualcosa. Rimediamo una chitarra, ma aveva solo quattro corde.
"Ma cosa vuoi che suoni" dice lui, "ne mancano due!"
"Non importa, non importa, suona lo stesso!"
Lo fece. E lo fece così bene che ci riconciliammo subito."


Mentre Franco Mussida lo ricorda così:
"L’incontro con Franz è, come si dice, uno di quegli incontri karmici.
Un amico mi aveva procurato un appuntamento per un’audizione per i Grifoni di Gian Pieretti (1967). L’appuntamento era in via Circo, una vietta del centro di Milano. Vedo un paio di ragazzi, uno lungo allampanato (Pino Favaloro), l’altro pelle liscia occhi azzurrissimi (Franz), che mi guardano. Mi avvicino, partono presentazioni e domande e dopo pochi minuti siano nella trattoria di Gian Pieretti, una trattoria toscana dove il profumo della trippa e della ribollita si mischiava a quello della spuma e del vino. Tra i due Franz è quello che non sta più nella pelle per sentirmi suonare. Cerca concitato una chitarra, la trova, arriva pieno di entusiasmo e me la dà. "Dai, suonaci qualcosa", dice. Io guardo la chitarra: ha solo tre corde! "Ma cosa suono con tre corde?" "Non so, facci sentire qualcosa" insiste Franz. Così. Dopo aver accordato le corde rimaste, improvviso un accompagnamento estemporaneo. Tanto basta per mandare in visibilio gli amici, ma soprattutto Franz che mi prende a pacche sulle spalle. Così ci ritrovammo insieme credo più per un’intuitiva percezione del compiersi di un destino comune, che per il risultato musicale in se e per se. Di una cosa oggi sono sicuro, quella sua faccia pulita e quegli occhi dall’espressione intensa mi comunicavano qualcosa che aveva a che fare con la voglia di non conformismo, di fuga dal normale, una specie di voglia di uscire dal ghetto alla ricerca di avventura. Ed era proprio quello che cercavo, uscire dal mio ghetto di periferia, una voglia comune alla sua. Così con tutta la mia timidezza e le mie paure, non ho avuto il minimo dubbio a intraprendere quella strada che ci ha visti insieme per decine d’anni.




I Grifoni (Di Cioccio, Mussida, Gesualdi e Favarolo) accompagnano Gian Pieretti nelle sue serate e parallelamente iniziano a sperimentare delle cose nuove (ricordiamo che era il 1965) affinando la tecnica strumentale e di arrangiamento.
Sperimentando ricreano un sound molto vicino a quello degli Yardbirds e dei Byrds, tanto è vero che la Ricordi propone loro di incidere la cover di Mr. Tambourine Man (Bob Dylan), offerta che, clamorosamente, rifutano preferendo puntare le loro carte discografiche su brani scritti da loro, come la canzone "Via col vento" di Franco Mussida. Comunque la Ricordi crede nelle loro possibilità e li mette sotto contratto discografico. Viene ingaggiato nella band, divenuta "I Quelli" un cantante solista: Nino "Teo" Teocoli.Siamo nel 1966.
Esce il loro primo 45 giri col brano, appunto, "Via col vento" e "Ora piangi" come side B.
Una particolarità: all'epoca Mussida non è ancora iscritto alla SIAE per cui il brano viene firmato Ricky Gianco e Gian Pieretti.


Band Reunion I Quelli (2007)
The Band: Franz Di Cioccio, Franco Mussida, Teo Teocoli, Flavio Premoli, Giorgio "Fico" Piazza, Pino Favarolo, Alberto Radius, Tony Gesualdi


Il secondo 45 giri dei Quelli è "Una bambolina che fa no", cover di un brano di Michel Polnareff ed è subito successo.
Ma alla fine dell'anno il bassista Tony Gesualdi lascia la band e viene sostituito da Giorgio "Fico" Piazza (ex Bags Grow con Demetrio Stratos) e Franco Mussida parte per il servizio militare in marina e resterà fuori dalla band per due anni. Mussida viene sostituito da un altro chitarrista: Alberto Radius.
Nel 1967 si aggiunge al gruppo un tastierista con una solida reputazione di strumentista: Flavio Premoli e viene pubblicato il terzo singolo: "Per vivere insieme" (cover di Happy Together dei Turtles) che riscuote anch'egli un buon successo. Il singolo successivo "Tornare bambino" (cover di Hole in my shoe dei Traffic) però passa quasi inosservato e Teocoli lascia il gruppo per passare sotto contratto col Clan Celentano.


I Quelli - Lacrime e pioggia

Di Cioccio, Piazza, Radius e Premoli incidono un altro 45 giri: "Lacrime e pioggia" (cover di Rain and Tears degli Aphrodit'e Child) che riscuote un discreto successo; nel frattempo Mussida ritorna dal servizio militare e riprende il suo posto da chitarrista mentre Alberto Radius, insieme all'allora tastierista dei Samurai, Gabriele Lorenzi e Tony Cicco formano La Formula Tre.
Mentre avvengono questi cambiamenti nella band, uno dei loro brani, "Dettato al capello" viene inserito nella colonna sonora del film ad episodi "Capriccio all'italiana", più esattamente nell'episodio "Il Mostro della Domenica" con la regia di Steno e Toto' come interprete.
Nel 1969 esce il loro primo (ed unico) LP che in realtà è la raccolta di tutti i brani sino ad allora incisi più la cover di Hush (Deep Purple) ed il brano "Pensieri" (cover di "The thoughts of Emerlist Davjack" dei Nice).
Parallelamente alle serate come band, Di Cioccio, Mussida, Premoli & Piazza iniziano l'attività di musicisti in studio di registrazione collaborando con artisti come Mina, Celentano, De Andrè (La Buona Novella) e Lucio Battisti. Artista che li vorrà in tutte le sue produzioni dal 1969.



I QUELLI - Dietro il sole (Back in the sun)

Nel frattempo Favarolo, l'elemento meno dotato tecnicamente, lascia la band dopo la pubblicazione del singolo "Dici" (cover di "Dizzy" di Tommy Roe).
Siamo agli sgoccioli della vita dei Quelli: nel 1970 pubblicano il singolo "Dietro il sole" (cover di "Back in the sun" dei Jupiter Sunset).
Alla fine del 1970 incidono, col nome di Krel il singolo "Finchè le braccia diventano ali" e "E il mondo cade giù", singolo che passa assolutamente inosservato.
Nel 1971 entra nella band Mauro Pagani e scade il loro contratto discografico con la Ricordi.
Passano all'etichetta Numero Uno di Lucio Battisti, e cambiano il nome in Premiata Forneria Marconi: il resto è mito.

Giorgio Ghiglieri


NOTA: Ho tolto il video del duetto Mina-Battisti perchè la HouseBand di quella trasmissione non erano I Quelli bensì I Ribelli (si nota subito Gianni Dall'Aglio alla batteria). Pensavo fosse identico a quello in mio possesso dove sono presenti I Quelli ma mi sono sbagliato. Purtroppo, per problemi di copyright RAI non posso pubblicare il video in mio possesso dove sono presenti I Quelli come HouseBand.

La formazione de I Quelli
* Franz Di Cioccio: batteria
* Franco Mussida: chitarre, voce (1964-1967 e 1969-1970)
* Alberto Radius: chitarre, voce (1967-1969)
* Teo Teocoli: voce solista (1966-1967)
* Pino Favaloro: chitarre, voce
* Tony Gesualdi: basso (1964-1966)
* Giorgio Piazza: basso (1966-1970)

Discografia de I Quelli

33 giri
Luglio 1969: Quelli (Dischi Ricordi, SMRP 9053)

45 giri
1966: Via con il vento/Ora piangi (Dischi Ricordi, SRL 10.409)
1966: Una bambolina che fa no no no/Non ci sarò (Dischi Ricordi, SRL 10.443)
1967: Per vivere insieme/La ragazza ta ta ta (Dischi Ricordi, SRL 10.459)
1967: Tornare bambino/Questa città senza te (Dischi Ricordi, SRL 10.479)
1968: Mi sentivo strano/Dettato al capello (Dischi Ricordi, SRL 10.502)
1969: Lacrime e pioggia/Nuvole gialle (Dischi Ricordi, SRL 10.525)
1969: Dici/Marilù (Dischi Ricordi, SRL 10.544)
1970: Dietro al sole/Quattro pazzi (Dischi Ricordi, SRL 10.590)

Nota: Il CD con la remasterizzazione del primo (ed unico) LP de I Quelli è acquistabile a questo indirizzo:

http://www.ibs.it/disco/0743219849922/i-quelli/grandi-successi.html?shop=2057

Courtesy by: wikipedia - Ricordi - wwww.pfmpfm